Essere innamorati, essere in relazione, essere coppia non solo è una delle esperienze più emozionanti che si possa sperimentare ma è anche la strada più grande per conoscere noi stessi.
Generalmente ogni persona nel corso della propria vita ha una serie di relazioni amorose. Che siano reali, potenziali, ufficiali, clandestine, parallele, simulate, univoche, sovrapposte o immaginarie ognuno di noi ha un mondo di sensazioni a getto continuo nel cuore, nella mente e nella carne che distillano e creano costantemente l’essenza del nostro individuale qui e ora. L’immaginazione non ha limiti ed è in un certo senso corrispondente alla rappresentazione dei nostri bisogni forse più che dei nostri desideri.
Tutte le realzioni che intrecciamo, reali o virtuali che siano, sono riti di guarigione che fanno parte della nostra crescita personale e spirituale.
Ci sono storie passionali, vissute principalmente col corpo che ci fanno prendere confidenza con la nostra fisicità, con le nostre ossessioni, con l’impossibilità a gestirci razionalmente, con gli abissi che rapiscono e fanno esprimere il nostro sé. Non sono solo relazioni fisiche, nessun rapporto anche se principalmente sessuale è “banalmente” solo una storia di letto.
Il sesso è sempre un tramite immensamente più vasto e sacro anche quando non ce ne rendiamo conto, è quella parte che ci connette all’altro ma ancor più a noi stessi dandoci modo di conoscerci, osservarci e prendere le misure alla propria dimensione viscerale, al proprio fervore, alla nostra capacità di abbandono a noi stessi e all’altro e a un’altra serie infinita di tendenze che fanno parte di noi.
L’altro è un contatto necessario, e spesso più che piacevole, che tramite e attraverso l’esplosione chimica con noi può accedere alle stesse consapevolezze.
Non è semplicissimo che un rapporto nato per favorire questo tipo di conoscenza si trasformi nel vissero felici e contenti. Perchè l’eros per sua definizione ha bisogno di canali anche “estremi” che spesso hanno pochi punti comuni con la quotidianità.
Quante volte passata la sbornia di una passione durante la quale, soprattutto noi donne, immaginavamo anche un rapporto di matrimonio e forse figli e poi, magari due anni dopo la fine della storia, ci si è resi conto con oggettività della situazione “vedendo” quel partner con occhi totalmente differenti e capiamo che non ci sarebbe stato un accordo diverso da quello che quella relazione aveva portato a termine.
Siamo tutti un po’ strani e la vita è un po’ strana, e quando troviamo qualcuno la cui stranezza è compatibile con la nostra, ci uniamo a loro e cadiamo nella reciproca stranezza e la chiamiamo Amore. Dr. Seuss
Pertanto tutte le relazioni che abbiamo avuto sono state necessarie anche quelle che sembrano sbagliate e o lo sono state su qualche livello. Tutto è amore anche quando ci pare male perchè queste riflessioni ci porteranno a considerazioni e comprensioni successive.
Le conoscenze relazionali sono il nostro bagaglio concreto, quell’esperienza che ci è necessaria per avere il massimo delle informazioni su chi siamo veramente e cosa vogliamo.
“Nessuna relazione è una perdita di tempo. Se non ti ha portato quello che vuoi, ti ha insegnato quello che non vuoi”
Ma a volte prevalgono le barriere e i timori che sono fondamentalmente chiusure alla vita e all’energia che questo piano fisico e concreto ci può donare.
E quindi c’è chi rimane bloccato nel mentale da memorie collettive create da una spiritualità repressiva esterna e preferisce rimanere nella teoria delle relazioni virtuali. Come chi ha paura di mettersi in gioco, di sperimentarsi, di aprirsi alla vitalità per milioni di motivi. Per paura di farsi male, paura di non piacere, paura di essere un passatempo, paura di non avere il corpo adatto, paura di perdersi, paura di prendere una qualsiasi decisione. E quindi rinuncia agli impulsi non traducendo il proprio pensiero in azione. C’è chi sceglie di chiudere con la vita per delusioni ricevute (quasi mai calcoliamo quelle date, quelle riguardano sempre chi le ha avute…), quelli che diffidano di tutto e tutti, quelli che la fisicità è “sporca”, quelli che non hanno tempo, quelli che si raccontano che comunque va bene così e poi si ritrovano a rimpiangere il passato e il buono che qualsiasi rapporto avrebbe potuto avere.
Ogni storia relazionale nasce per interesse, che sia di esperienza, di curiosità, di scegliere l’accesso alla conoscenza del proprio piacere, di rigenerarci, di apportarci creatività. Interessi misti che possono includere quelli mentali, spirituali, economici, sperimentali, idealisti, illogici o pragmatici. Ma ogni relazione è conoscenza, è vita, è alla fine necessaria per dirci chi siamo.
Con questo non è che tutto sia “lecito”, il margine lo decidiamo sempre noi raffinandoci alla nostra percezione che include le variabili che stiamo esistendo e che sono l’insieme della nostra vita attuale. Dalle nostre scelte, da ogni scelta, nasce una nuova direzione che porterà alla proiezione di una nuova realtà. Tutto serve per imparare a misurare cosa ci può portare o togliere il nuovo.
Ma cosa più importante è non tradire mai se stessi, non amputare il proprio entusiasmo e la nostra creatività sapendoci osservare con generosa comprensione. Tutte queste angolazioni sono da considerare almeno quanto lo riusciamo a fare nei confronti degli altri.
Vivere all’insegna della creatività e dell’amore è il modo più sano di affrontare la vita. Fare ciò che ci rende felici, guarisce e protegge. Richard Bach
In pratica? Indaghiamo senza giudizi, pregiudizi e paure e senza eccessivi tormenti quello che ci incuriosisce, quello che ci fa sussultare, quello che ci rende vivi.
Tutto quello che arriva alla nostra attenzione ha un suo motivo e un suo perchè. In ogni fatto, situazione e persona c’è un seme utile alla propria personale evoluzione e mai nessuno e niente approda a noi per inutilità o per caso.