In alcuni periodi della vita, è capitato a tutti, arriviamo a un punto di cinismo spirituale da non riuscire più a sognare, a desiderare e a immaginare. Tanto meno a riconoscere che tutto quello che abbiamo attraversato possa consentirci ancora di avere fiducia nelle nostre speranze e nella vita stessa. La nostra corazza è tale che ci dimentichiamo di essere per natura in costante interazione divina, perchè ci siamo letteralmente immersi.
- Quando vediamo con il filtro del "non ci credo più", del "tanto ormai", del "mi aspetto solo il peggio così se non va bene non resto deluso".
- Quando preferiamo assecondare e nutrirci dei pensieri 'logici', delle statistiche e delle informazioni altrui, della rigidità invece che delle possibilità.
- Quando non riconosciamo e quindi non chiediamo sostegno alle tante figure amiche che ci circondano spiritualmente; quando ci si rifiuta di pensare alle cose belle, alle cose leggere e ci si concentra sulla paura, sulle difficoltà probabili e sulle peggiori delle nostre eventuali future preoccupazioni, non stiamo certo alimentando un buon ambiente interiore.
Purtroppo in tutti questi 'quando' ci dirigiamo nella reale possibilità che il meglio per noi non riesca ad entrare mai nella nostra vita.
Attraversare quei momenti può mettere a dura prova la nostra fede, che vuol dire la nostra fiducia, quella di essere parte integrante del nostro processo di manifestazione. E non è solo una questione di pulizia - che è il fondamento, ognuno come ritiene più opportuno - ma di lasciare andare tutto quello che ci crea disagio, anche solo pensandoci, mentre non riusciamo più coltivare pensieri di benevolenza, di distacco, di connessione.
Perché è lì che se la giocano le nostre memorie inconsce - che sono estremamente profonde e radicate - riciclando, usando la sporcizia che continuamente mettiamo in circolo. E inevitabilmente con quel materiale di scarto creano una realtà che non riflette ciò che vogliamo per riuscire a vivere in riconoscenza e serenità.
“Vi siete mai chiesti il perché spesso potreste domandarvi:
perché quando c’è un problema io ci sono sempre?”
Dottor Ihaleakala Hew Len
Recuperare la nostra parte preadolescenziale più sana e vitale - che magari a suo tempo per un insieme di vissuti e circostanze non abbiamo potuto riconoscere e apprezzare, ma che conosciamo nelle sue radici sincere e nei suoi slanci incontaminati verso la propria direzione - è la migliore Via.
Tutto questo intreccio di fili interiori ed esteriori - allacciati al passato al presente e al futuro - ci consente di "tessere quotidianamente la nostra migliore personale trama" propositiva.
Riconosco adesso con gioia la mia Reale Identità.
Accolgo tutto il ben di Dio che sono da sempre mentre abbraccio quella parte di me giovane, perduta, lontana ed eterna.
Rimango nel mio oggi con cura, qualità, bellezza e fiducia.
Attivo delicatamente il mio telaio per ottenere ogni giorno il tessuto più prezioso, quel mantello di forza, verità, gioia e protezione adatto a rivestire ogni mio momento.
Ti Amo Mi Dispiace Perdonami Grazie
Ed è fatto