Caro Piero
quando ieri ho cercato in internet, come di tanto in tanto facevo, per vedere se trovavo tracce di te sono rimasta gelata. All’inizio dell’anno hai deciso di concludere la tua esistenza terrestre con lucidità e signorilità, sistemando per quel che hai potuto figli e nipoti.
E la mente è andata a noi, io 19 e tu 36 anni, ai superficiali anni ’80 che ci hanno fatto incontrare, e alla nostra storia, 4 anni molto complicati. Un amore strano e profondo, una passione fatta di tenerezza e gelosia, di dolcezza e incomprensioni reciproche, di follie e creatività. E di coraggioso poco coraggio, mio e tuo. Poi la mia sofferta decisione di concludere con te.
Ieri è stato scioccante, oggi è smarrimento, domani sarà ricordo. Sto pulendo i miei pensieri adesso ancora sconnessi per ricordare il bello e il buono di noi, e mi rendo conto che non avrei potuto fare niente per la tua solitudine, da tanto non era più il nostro tempo. Ti amo, mi dispiace perdonami grazie.
Dopo tantissimi anni le poche volte che ti ho cercato mi hai risposto che non riuscivi a pensare di prendere un caffè insieme perché il tempo, dicesti, aveva fatto di te un vecchio, di te che eri bellissimo, e una delle tue paure più grandi era quella di invecchiare. Io ti risposi scherzosamente che avremmo usato uno stratagemma in codice per riconoscerci perché anch’io ormai ero ben più che stagionata. Ricordandomi che il tuo amore per me era intatto hai detto di no, e sei sparito definitivamente.
La foto, l’unica sul web, mi ha mostrato il tuo viso certo appassito ma eri sempre tu, bellissimo e triste dietro quella facciata di ragazzaccio vincente, quel personaggio che ti piaceva interpretare per nascondere a te a me e al mondo la tua umana fragilità.
Ora posso solo abbracciarti con i miei ricordi. E voglio dirti che ti amo, di quell’amore puro e senza condizioni che non siamo riusciti a condividere quando era il nostro tempo, mi dispiace profondamente per questo, perdonami per la nostra giovinezza inconsapevole, grazie dei momenti bellissimi che il passato mi ha riportato con infinita dolcezza e riconoscenza.
E mentre sto finendo di scrivere queste parole l’amico Paolo Martini mi invia questo messaggio:
“Dio non ti dà le persone che vuoi. Lui ti dà le persone di cui hai bisogno… per aiutarti, per ferirti, per lasciarti, per amarti e per farti diventare la persona che eri destinata ad essere.”
Credo proprio che sia per te, per me e per tutti noi fragili e coraggiosi terrestri in perfezionamento verso l’infinito.
Ciao eterno ragazzo, che la luce sia sempre con te.