In quest’anno di mia ennesima personale rinascita mi sono ripromessa di non pubblicare post solo per mantenere vivi e interattivi i miei blog, ma solamente quando ritenessi di avere qualcosa di interessante, o a mio parere di importante, da comunicare a chi segue quello che pubblico. E in effetti su questo sito è dal 19 agosto che non pubblico un articolo originale, poichè l’ultimo lo ho riportato a fine ottobre da 108grani, il blog che seguo insieme a Sandro, il mio compagno di viaggio.
In questo momento della nostra vita, pur facendo forse ancora più cose di prima, siamo in assoluta sintonia con l’essenza di questa perla di Arthur Schopenhauer “Tutto ciò che è squisito matura lentamente.”. E tutto ciò che si fa con il cuore è sempre e comunque leggerezza e soddisfazione.
Ma stamane mentre facevo la doccia ho ascoltato alla radio una notizia che mi ha sia sorpreso che dato grande gioia. Premetto che raramente accendo la vecchia e un po’ gracchiante cubo Brionvega verde che abbiamo in bagno, perchè comunque preferisco il silenzio. Quando lo faccio mi piace intenderlo come un piccolo rituale di sincronia: ruoto la manopola finchè non mi sintonizzo con la prima frequenza chiara e contestualizzo la (prima) cosa che ascolto come una comunicazione che mi riguarda che, come in un lancio de I Ching può rispondere al mio attuale momento, che sia la parola di una canzone o una frase all’interno di un discorso.
Stamattina la scelta del destino mi ha portato a conoscere Giuseppe Spadafora in arte Giusepi, un americano di evidenti origini italiane, che da anni viaggia per l’America del nord a bordo di un vecchio scuola bus trasformato in casa del tè, offrendone una tazza con chi vuole trascorrere un po’ di tempo a chiacchierare con lui.
“L’amicizia e l’amore non si chiedono come l’acqua, ma si offrono come il tè.” Detto Zen
Mentre ascoltavo la sua storia immaginavo che fosse un vecchietto che pur di avere un po’ di compagnia avesse lasciato la sua vita al tramonto iniziando coraggiosamente un viaggio di fine esistenza con una deliziosa ‘follia’. Invece, cercando la notizia in internet, ho visto che Giuseppe – ex video editor in California – è un 32enne che ha deciso di barattare il suo tempo con relazioni e rapporti umani attraverso questa originale decisione alternativa alle convenzioni e alle consuetudini.
Giuseppe, che è in viaggio con il suo caravan dal 2006, afferma di aver offerto finora (dal contatore sul suo blog) 28,086 tazze di tè parcheggiando nelle piazze, nei parchi, nei pressi delle scuole, partecipando agli eventi e ai festival all’aperto e ovunque si possa fermare con la sua casa mobile. Il suo rituale è stendere un tappeto fuori dalla porta di “Edna Lu” esponendo un pannello con la scritta “Free tea” per chiarire subito il suo intento.
Edna Lu è il nome con il quale ha battezzato il suo veicolo, comprato a 2900 dollari e poi modificato con materiali prevalentemente di recupero per includere un lucernario, dei pannelli solari sul tetto, un motore che gira con olio da cucina usato che va a chiedere ai ristoranti, un letto che si abbassa dal soffitto, una stufa a legna e un corno gutturale che suona come clacson di un sottomarino per annunciare la sua presenza e l’opportunità di partecipare ai suoi Free Tea Party.
La sua motivazione a questo stile di vita è creare l’occasione di favorire l’incontro tra le persone, e promuovere i legami umani come opportunità di una maggiore comprensione dell’altro, dell’inconsueto e del non abituale, attraverso quella fiducia e gratitudine reciproche che sono consone alla natura di ogni essere umano, ma che per certo il tipo di vita attuale non sostiene nè consente, anzi.
“Se hai freddo, una tazza di tè ti riscalda, se sei depresso, ti rincuora, se sei agitato, ti rilassa.” William Gladstone sec XIX
Ha scelto questa via di connessione e di pace per favorire la comunicazione e lo scambio di esperienze e di saperi perchè il suo bus del tè dispone anche di una piccola biblioteca a cui tutti possono attingere o ingrandire. Afferma inoltre che il suo scopo è di aiutare se stesso e le persone a rallentare, così da avere il tempo per riscoprire il profumo della convivialità, e anche per rendersi conto di quante cose ciascuno di noi potrebbe donare e condividere, senza avere in cambio nulla di materiale, anche se molte persone contraccambiano volentieri con una piccola donazione o qualcosa che a lui possa essere utile come del cibo o altro.
Il principio del vivere con lentezza è la consapevolezza che “tutto possiede la sua specifica velocità e che spesso ci concentriamo troppo sulle cose fatte in fretta”. Altrettanto importanti sono la sostenibilità e la permacultura, dove l’intento primario è prendersi cura del pianeta avendo cura del suo popolo, e poi il “do it yourself, do it together” ossia il “fai da te, farlo insieme”. Vivere in quest’ottica diviene un riappropriarsi della capacità di curare se stessi intervenendo direttamente sui propri bisogni e desideri in collaborazione ed empatia con gli altri, a favore di tutti e di tutto il sistema.
“Una tazza di tè è una tazza di pace.” Soshitsu Sen XV sec
Giuseppe ha messo in azione una personale rivoluzione pacifica offrendo una tazza di tè a chiunque si regali un po’ di tempo per condividere un momento di conversazione e di scambio. Perché farlo? Semplicemente perché nella nostra società ce n’è tanto bisogno, e la sua missione è quella di portare e lasciare dietro di sé un caloroso messaggio: coltivare il vivere comunitario, l’interazione umana, il benessere psicofisico e la condivisione del sapere.
“Non c’è bisogno di tenere un atteggiamento speciale bevendo il tè, tranne quello di gratitudine.” Pojong Sunim
Chi volesse saperne di più e seguire Giuseppe nelle sue avventure – perchè il suo percorso è più vasto di questo mio breve scritto – QUESTO è il suo blog.