“Lui Sa nel Grande Disegno“ prefazione di Barbara Amadori
Quando all’inizio di gennaio ho cominciato a calmarmi dopo la furia che mi aveva invaso facendomi scrivere in tre giorni e tre notti Lui Sa, un ebook di un centinaio di pagine dove per la prima volta ho parlato di mia sorella 8 anni dopo la sua morte, ho avuto una sorta di bisogno di supporto psicologico. Ho spedito il testo ad alcune persone con cui mi sento in particolare amore d’anima chiedendo un loro parere o meglio una sensazione “spietata”, un giudizio chiaro. Per capire se era evidente la mia chiarezza ma volevo che qualcuno al di fuori di me mi dicesse se questo tirare fuori mia sorella poteva essere scambiato per un’emanazione d’orgoglio, una mia richiesta d’attenzione o magari una storia patetica. E’ stato ed è troppo prezioso per me questo viaggio a ritroso nell’adesso per rischiare di dar adito a fraintendimenti nel condividerlo. Mi interessava di più che fosse chiaro il volere di Luisa che il mio desiderio di parlarne.
Perchè l’urgenza che mi aveva fatto scrivere i fiumi di coincidenze e di ricordi ancora mi sembrava una sorta d’assurdità. Una montagna di segni non cercati da me, almeno a livello conscio ma continuo a pensare che siano stati inviati da Luisa o da chi per lei. Non è facile avere le idee chiare in zone di questo tipo tanto meno certezze e talvolta neppure opinioni.
Anche se penso che tutto questo non sia capitato solo perchè lo tenessi per me.
Alcune persone non mi hanno risposto e posso perfettamente capirle, libertà innanzitutto, sempre. Certe non conoscevano neppure Luisa e comunque entrare nel contesto di un argomento tanto personale e per certi versi “aereo”, per non dire razionalmente insensato non è facile, ci vuole tempo, empatia, interesse, bisogna essere sulla stessa lunghezza e non sempre è il momento nè la priorità. Però mi ringrazio da sola per aver avuto il coraggio di “chiedere” una cosa tanto delicata, spesso non è facile neppure domandare anche per cose più semplici e di certo questa non lo era.
Una delle, poche, persone che mi hanno risposto è stata Krista Corso. Alla sua maniera col suo modo viscerale, coraggioso, senza rete e senza pudore. Krista è uno dei regali più belli che mi ha fatto il 2011, una bionda fuori dall’ordinario morbida come la panna e densa quanto l’acciaio. Mi ha inviato questa testimonianza diretta e vibrante come è nel suo stile, riempiendomi di gioia e di riconoscenza.
Chi si prende la responsabilità della morte di Luisa?
Tu… o io, perchè questo film di adesso è mio.
Non piango mai, non ho una scorza, ma una certa intelligenza che mi offre il lusso di non piangere mai.
Ho pianto, con dolore e molto.
Sono sul divano, Aissa è in poltrona e sono distrutta, bagnata dalle lacrime, sconvolta dentro all’inverosimile.
GRAZIE, è tutto molto assurdo.
Perchè non l’hai scritto prima? (domanda provocatoria e non effettiva)
Sei vera, sei una bambina pura e fai malissimo, arrivi dentro e rigiri un coltello affilato, ma era necessario perchè è l’emozione della vita vissuta che deve schiaffeggiare chi si trastulla nel nulla di fatto e il molto a vanvera parlato.
Evviva te, la tua finalmente giunta spinta a parlare di lei.
E’ tanto, troppo e molto, ma è quanto di più sconvolgente nel bene io possa aver letto.
Non c’è traccia di presunzione alcuna, ma sei sempre e solo delicata, anche quando fa tanto male, ma non fa male perchè si pensa che ci sei tu, fa male perchè c’è sempre e solo Luisa.
Su due piedi e a caldo posso dirti che io non piango MAI per cause che non valgono la mia resa, ma esiste un elemento genuino, ingenuo, puro, nel tuo modo di raccontare, esiste la bambina in te che ti ha guidata perchè mi hai strappato il cuore, è stato come guardare un film e premiare il regista con la reazione all’emozione: lacrime, vere, come se fossi li, come se fosse mia sorella, come se mi riguardasse. Ma non dipende da me, sei tu che hai saputo suonare le giuste corde.
E io potrei tranquillamente rappresentare un campione test dei più.
E’ la tua memoria che generosamente si srotola che ci permette di rivedere questo film fatto di Luisa-momenti e Luisa è lungo tutto lo scritto, la Maestra illuminante, sia per frasi riportate che per atteggiamenti raccontati.
E’ importante non aver paura di ricordare e raccontare, è il nuovo orizzonte spirituale, l’autenticità del se vissuto.
I segni sono quanto di più importante ci sia.
Gli angeli esistono, sono messaggeri severi, a volte si avvicinano, altre volte no, si esprimono con poche parole pronunciate a voce alta e la maggior parte delle volte indicano il cammino, attraverso i cambiamenti da apportare nella propria vita.
Dove vive Luisa se non dentro di te, ma in questo mio adesso, la responsabilità è mia e lei vive dentro di me.
A freddo forse potrò dire bene, dire molto e dire altro, ma adesso vado al nocciolo:
Hai creato nel lettore un emozione che ha provocato una reazione, è il corpo intero del lettore che hai smosso, scosso, sconvolto, andando cosi a provocare delle trasformazioni notevoli a livello dei blocchi.
Si dice che non sia semplice far ridere, ma è comunemente facile far piangere per pietà, impresa complicata è far piangere per autenticità priva di aspettative.
Quello che hai scritto è prezioso per il valore del ricordo, per la verità della storia, per l’intensità degli accadimenti, per la cornice legata al filo logico di dettagli quasi surreali seppur reali, per la sublimazione da corpo ad angelo, per la delicatezza di non imporre mai il tuo marchio emotivo, ma tempestare il tutto dalla tua volontà di luce, che si sente, proviene da una costante intelligenza che si sforza di rimanere dignitosa.
GRAZIE
per ora questo
spero lo pubblicherai, è un dono che non puoi non fare
5 gennaio 2012
Krista.
Silvia.
Luisa.
Dove siete se non qui?
Ho superato le barriere (finte?) della distanza, della lettura, del prima e dell’adesso. E ho letto quasi tutto.
Mi manca, quando leggerò davvero (??!) solo la parte centrale riguardante un uomo che è stato vicino prima a lei e poi a te. Mi rimbomba questo. Prima vicino a lei e poi a te, un uomo…
E’ mia responsabilità leggere “attraverso”, fatico ad accettarlo, ma almeno ora lo ammetto.
Vi abbraccio donne che colorate il mondo..
Dani
Grazie Daniela dell’opinione e del commento! Per quello che senti non so… è interpretabile 😀
ciao silvia…come sempre dolce e candida…ha ragione Krista…una pura bambina….guarda questo si avverte tutto…dalle tue parole traspare tutto questo….nn so perchè ma ho voglia di dirti come prima cosa questo….che motivo c’è di chiedere a qualcuno un parere?su un tuo scritto…su quello che senti su quello che è un tuo”prodotto”mi riferisco nn all’ebook in sè…ma il prodotto di tutto un insieme di cose tue…soprattutto tue…e assolutamente meravigliose..proprio perchè tue…proprio perchè ti sei data la possibilita’ di esplorare quello che tanti hanno paura di esplorare o solamente sentirne il profumo….una realta’ impalpabile ma cosi’ vera…puo’ e riesce a vibrare solo in alcuni cuori…nn perchè piu’ meritevoli…perchè semplicemente pronti…ma ritorno a quello che volevo dirti :-)…nn chiedere a nessuno”un parere o meglio una sensazione spietata”tu scrivi butta giu’ e se vuoi donalo a chi vuoi…al massimo un parere puo’ arrivare dopo…nn prima …perdonami se queste mie parole possono sembrare…bho’ nn lo so cosa possono sembrare ma mi andava di dirtelo…grazie silvia per il tuo cuore…a te e luisa…la gioia dell’Essere…grazie
Sere :)! Proprio per la mia “trasparenza” sempre più inevitabile ho scritto quella frase. Perchè vera, perchè l’ho sentita, perchè è stata nell’onda di un fatto emotivo più grande di me, perchè avevo bisogno del confronto con i miei e con persone a me vicinissime (questa esperienza ha ri cambiato e ri assettato molte cose nella mia famiglia e creato ulteriori aperture e punti di vista), perchè non ho più paura di “non sapere” e soprattutto di dirlo.
Per me è sicurezza questa non il contrario. E sono fiera di vedermi e farmi conoscere per intero. Una volta, tanto tempo fa non era così… avevo paura di me e dell’opinione degli altri – anche di un’opinione come la tua che ora apprezzo e di cui ti ringrazio con tutto il cuore – e fingevo sicurezze che non avevo.
Ti abbraccio fortissimo 🙂
silviaaaaaaaa 🙂 forse nn sono stata brava a passarti il messaggio…aiut.. 🙂 ti seguo con gioia e tenerezza proprio per questo…per la tua trasparenza..”sempre piu’0 inevitabile”capisco la “voglia”del confronto con persone a te vicine…anche per me tutto questo è sicurezza…nn lo metto in dubbio…niente è sindacabile in questo…semplicemente leggendo le tue parole ho trovato…come chiamarla…un po’ di amarezza…o delusione…solo in alcuni punti…tipo”Una delle, poche, persone che mi hanno risposto”nn lo so …è solo una mia visione…moooooolto mooooolto relativa….nn avresti potuto avere paura di questa mia opinione neanche tanto tempo fa..era solo un modo per dirti Credo molto in te…e mi dispiace che tu nn abbia avuto le risposte che aspettavi per un confronto…ma come dici tu…”per tanti nn è facile…ci vuole tempo..e piena liberta’”grazie silvia…
ahahaha!! davvero sottili le cose… dove tu hai letto un tono amaro “da cucciolo deluso e abbandonato” io volevo sottolineare quello sopralineato “libertà innanzitutto, sempre” (egoisticamente tanto lascio liberi gli altri tanto sono sacrosantamente nella mia di libertà!)
E’ straordinario come ogni discorso e battuta passando attraverso ogni sensibilità venga trasformato, un pò come diceva Jung “l’incontro di due persone è simile all’incontro di due sostanze chimiche. Se succede qualcosa, tutte e due cambiano” ma anche cambia la percezione con cui si dice o si intende un fatto, perchè il momento o l’intenzione o il soggetto o il ricevente lo riflettono nel loro prisma di esperienze e credenze. Preziosa Sere, ti bacio grande 🙂
Domenica, fuori c’è il sole, i panni stesi catturano il profumo della primavera e la portano fin dentro all’armadio. Nello stesso armadio in cui gli scheletri sbattono le vecchie ossa come gli scaccia-pensieri al movimento del vento. Luisa, mi distrai: tu distogli i miei pensieri e gli scheletri ora sono immobili dietro le ante chiuse. Ne apro una appena appena, sbircio dentro e vedo le stelle, manca solo la cometa. Le parole sono scivolate tutte mentre tenevo in mano quei fogli che, pur numerati, si possono mescolare come il mazzo delle carte da gioco. Non sono cadute in terra, mi sono rimaste in grembo. (Il giorno di San Martino, 11 novembre è il 315º giorno del calendario gregoriano (il 316º negli anni bisestili), mancano 50 giorni alla fine dell’anno. Tradizionalmente in passato era questo il giorno della scadenza dei contratti di affitto degli appartamenti. Essendo il giorno della commemorazione di San Martino di Tours, l’espressione fare San Martino aveva il significato di traslocare)
[Traslocare : composto dal latino locare, porre in un luogo. Mandare da un luogo ad un altro]
“Mandare da un luogo ad un altro” mi sembra cattivo se penso a te. Crudele. Malvagio. Oppure mi sembra un dono. E che dono! Singulti e stomaco serrato, ma poi passa. Ora è passato il tempo della suspense – a volte mi dicevo durante la lettura – del fiato sospeso, posso rilassarmi. E Silvia continua parlando di arcangeli, di cherubini, di numerologia. Poi il capitolo riparte con “Luisa diceva..” e la terra di nuovo trema. Mi manca l’appoggio sotto, e sto dondolando anche la sedia è ferma. Nelle sue paure riconosco le paure; nel suo amore riconosco l’amore; nel suo desiderare un uomo che mi ami e che mi chieda la mano riconosco la “Cenerentola” che vive in ogni donna. Le parole trascritte su foglietti conservati dentro a chissà quali cassetti rimbombano come echi della valle che all’infinito gridano “torna orna rna na aaaaaaa”. Ma tu non torni Luisa, perché non sei andata. Sei qui, tra le braccia sue (di Ya) e tra quelle di chi ti ha conosciuta e conoscerà nel tempo. Intendo nel nostro, di tempo. Perché nel tuo, di tempo, già sa chi saprà di te, di lei, di noi, e chi no. Per mia fortuna sono nella prima schiera. Grazie Luisa!
l’invisibilita’ e’ il fascino piu’ grande per il quale vale la pena rimanere nell’ombra , la luce non e’ altro che l’ombra della luce invisibile .