Questo ultimo week end è stato davvero fuori dall’ordinario. Insieme a Sandro Flora ho partecipato in postazione blogger hub al Seminario Intensivo di Performance Strategies, magistralmente abbreviato in “SI” dagli organizzatori. Di corsi e seminari ne ho fatti veramente a decine (e decine!) nella mia vita, da sempre li ritengo le vere “vacanze” per la mia mente, immersioni in situazioni di miglioramento che mi danno grande motivazione, propulsione e soddisfazione. Il ruolo di comunicatore live, come in questo week end non l’avevo mai sperimentato ed è stata un’occasione di crescita nella crescita. Fantastici i colleghi di postazione, Matteo e Lara (i responsabili) e Manolo una compagnia di lavoro e pause caffè meravigliosi, e come sempre nulla accade per caso, abbiamo già “buttato sù” idee di collaborazione.
Ma vi voglio raccontare alcune cose captate da un dentro-fuori privilegiato quale questo ruolo mi ha fatta vivere. Far parte di un “ingranaggio” così impeccabile mi ha fatto rendere conto cosa vuol dire ideare, organizzare e costruire un spettacolare evento, senza mostrare l’immane fatica (e la preoccupazione e l’inevitabile affanno) che c’è dietro riuscendo a comunicare con grande energia e serenità, informazioni, gioia, soddisfazione e tanta carica concreta a una platea di quasi quattrocento persone. Un’organizzazione perfetta, ideata da Marcello Mancini un giovane uomo dalla personalità magnetica e affabile nella focalizzazione veramente impegnativa di monitorare tutto e di far sentire a proprio agio e graditissimi tutti, dall’a alla z, che vuol dire dai partecipanti paganti fino ai collaboratori che si occupavano del dettaglio, in un’elastica geometria di ruoli e di ineccepibile preparazione.
La differenza, di superficie, è stata che la maggior parte dei seminari a cui ho partecipato nel passato, hanno puntato soprattutto all’espansione dello Spirito, una condizione che sento necessaria come l’aria che quotidianamente respiro. La grossa sorpresa è stata trovare tanta spiritualità nei contenuti che sono stati divulgati, che tradotto sul piano materiale significa etica, correttezza, coerenza, lealtà, lungimiranza, amor proprio e in egual modo del cliente e del concorrente, in poche parole giocare pulito. Che alla lunga, ma anche prima, paga sempre. Ovviamente in un’attività dove generalmente ci si accoltella alle spalle. La coerenza sta nell’imparare ad essere (i) migliori senza fare male e senza farsi male viaggiando nella materialità della vita, e questo è davvero ben concisamente spiegato nella frase di Beau Toskich “Indipendentemente da quello che facciamo siamo tutti venditori”!
Il limite di molti seminari spirituali è che in più occasioni si rifiutano di considerare “bene” il lato materiale della vita pratica, continuando a dare una visione dell’esistenza frammentaria, il che non aiuta certo ad arrivare all’unità dell’io, e neache ad avere vera soddisfazione nel proprio lavoro e dei propri talenti.
Un seminario dedicato alla vendita e alla persuasione, due termini che per gli esseri che si definiscono spirituali spesso sono confusi con il diavolo mascherato da benefattore. In più di un’occasione ho avuto discussioni con persone che al “di fuori” di questo mondo (o così a loro sembra) vedono con pre concetto corsi di perfezionamento per sviluppare al meglio il lavoro di vendita. E’ un campo che preoccupa e infastidisce quelli che si ritengono dall’altra parte della barricata e che inconsciamente si oppongono all’idea di essere “persuasi” temendone una manipolazione. Ma questo ritorna all’inconsapevolezza che c’è nell’affermazione fatta sopra da Toskich. La persuasione è allacciata all’idea di libertà: se devo andare al lavoro col bus ed esiste solo un’azienda di trasporti che fa quel percorso sarò costretto a viaggiare con quella. Ma nel momento in cui ci fossero a disposizione tre linee che fanno la stessa strada ognuna farà la propria proposta (suggeritiva e allettante) per convincermi a viaggiare con loro, ed io potrò scegliere quale utilizzare tenendo conto dei miei vantaggi. Bravo quello che riuscirà ad avere sempre tutti i posti occupati (e magari anche una lista in prenotazione) perchè evidentemente mi avrà saputo dare quel qualcosa in più.
Anch’io per anni sono stata venditrice (per una nota ditta di cosmetica farmaceutica) e non mi sono mai trovata a dover nè subire nè imporre qualcosa di scorretto o di non allineato con quella che era la mia intenzione e la mia visione del lavoro, cercando di stare in coerenza con quello che mi chiedeva l’azienda.
Quindi.. quando a un corso per “materialisti” mi sento dire (e copio dai miei appunti) “L’Universo ti metterà alla prova se il talento che credi di avere è un vero desiderio ardente o una momentanea voglia” o che “Ogni sfida, ogni ostacolo è lì per una ragione, per imparare qualcosa” o ancora “Il denaro è la causa di ogni male? No è l’ossessione per il denaro la causa di ogni male”. Tutto questo non si discosta per nulla, anzi è esattamente la stessa cosa, di quello in cui io credo e agisco come essere spirituale che esiste, vive e lavora in un piano materiale, come tutti i comuni mortali.
Spettacolare l’apertura con un combattimento di aikido in diretta per allineare il concetto della forza e della fluidità che sarà espresso in questi due giorni. Aikido è la via della gestione armonica del ki, tecnica dei samurai nata per rompere e uccidere. Una svolta radicale ha portato a trasformare questa arte marziale in una relazione estetico etico armonica. Un esempio di percorso attivo, rispettoso e spirituale nella vita come nel lavoro. Strategia del fluire “in e con” sempre e comunque.
Eccellenti i tre relatori: Kurt Mortensen, Emanuele Maria Sacchi e Beau Toskich presentati e coordinati da un amabile Anthony Smith. Il primo, americano dall’espressione e dal piglio sinceramente ottimista, forse è stato quello che mi ha emozionato di meno, devo però ammettere che il bisogno delle cuffie e del traduttore probabilmente può aver penalizzato parte della sua comunicazione incredibilmente ricca di spunti e contenuti.
Sotto ecco alcuni tra i tantissimi pensieri che ho negli appunti (in due giorni ho riempito il quaderno protocollo che ogni partecipante aveva in dotazione).
Concetti davvero ovvi… anche nel senso che spesso sono sottovalutati e non applicati:
“Interessarsi veramente alle persone è altamente seduttivo per chi ci circonda: ricordarsi il nome del cliente, sorridere sinceramente ed essere partecipi al suo stato o problema è parte di un’infallibile strategia di persuasione”.
Sull’atteggiamento mentale: “il tuo DNA è programmato per la grandezza“.
“Le persone non comprano le caratteristiche del prodotto ma i benefici che ne possono ottenere”.
“Vuoi guadagnate quello che sentite di valere”.
“Il più grande inganno di cui gli uomini soffrono deriva dalle loro stesse opinioni” Leonardo da Vinci.
“Tutti noi per vivere ed espandere dobbiamo persuadere, una qualità da analizzare e comprendere in modo profondo. Ci sono tanti esseri umani quante tecniche di persuasione”.
Emanuele Maria Sacchi l’italiano, divertente, elegante, coinvolgente. Ha esordito ricordandoci in modo spiritoso una scena di Sean Connery nei panni di James Bond, per farci capire la classe con cui, dentro e fuori, dobbiamo muoverci nel lavoro: determinati, impeccabili, con senso dell’umorismo e anche un certo sentimento che forse non è evidente ma “é” parte di noi stessi. La sua lezione è stata sull’importanza della percezione che gli altri hanno di noi, e alcuni esercizi a tema tratti dal suo libro “Il segreto del carisma“, qualità che lui ha davvero in abbondanza.
Ci ha fatto morire dal ridere chiamando sul palco una decina di persone che ha fatto girare di spalle perchè non vedessero quello che lui stava facendo, mimava di gonfiare un palloncino e poi di farlo balzare in aria con le mani come fanno i bambini, nessuno poteva guardare eccetto una persona che avrebbe dovuto mimare a sua volta. Una specie di telefono senza fili dove ognuno doveva spiegare, solo mostrandolo con i gesti, la scena che aveva recepito. Alla fine il gesto si era ridotto all’ultimo partecipante che si è soffiato nella mano e a domanda precisa di Emanuele Maria Rossi “Cosa hai capito di quello che hai fatto”? Questo ha risposto che poteva essere che in origine la scena fosse soffiare o fischiare in un microfono. Tutto questo ilare spettacolo per farci capire che “parlare chiaro, il prima possibile, è sempre meglio e si evita di perdere tempo e di avere assurde incomprensioni” (nella professione come nella vita privata). E poi una cascata di illuminanti approfondimenti sui criteri e i bisogni nel concetto: “Perchè a parità di prodotto un cliente sceglie un altro e non te?”. “Qual’è la mia unicità, dove mi distinguo ?”
Il suo gran finale è stato un commovente monologo coordinato ad un video dalle immagini e musica suggestive, per la considerazione imprescindibile che Tutto è Uno, per cui amore, rispetto, correttezza sono fondamentali insieme all’autostima e alla determinazione con cui ogni essere umano è giusto si esprima e viaggi in questa Vita, di lavoro e non. Con gli occhi lucidi l’abbiamo salutato alzandoci tutti in piedi in un grande applauso.
Beau Toskich, l’americano che parla italo piemontese. Quest’essere è stato veramente un discorso a parte. Non ho mai visto una persona tanto centrata e in così pieno collegamento con se stesso, un personaggio davvero affascinante. Un misto di dolcezza e durezza, umanità e spietatezza, battute fulminanti e divertenti, idee geniali, innovative, fresche, straordinariamente coinvolgenti, un bambino acutissimo e brillante e parimente un individuo con una saggezza rapida e intuitiva che lascia a bocca aperta. Inquadrato il suo ritmo e il suo messaggio non ho potuto non amarlo. Beau Toskich non ha paura di “non piacere”, da’ la netta sensazione di essere in salda presa diretta con il suo nucleo, e di avere una quantità di sinapsi cerebrali milioni di volte superiori alla media. Ci fosse modo di poterlo rivedere e riascoltare lo metterei immediatamente nelle mie priorità.
Al momento mi sono accontentata di acquistare il suo libro, Verbal Driver, dove conto di allargare la lezione che ci ha impartito: velocità ossia dire molto con poche parole, la passione sconfinata con cui vivere visceralmente il proprio lavoro, come comprendere la “comunicazione competitiva”, una definizione inquietante per un risultato geniale e certo. Tra gli input: l’inventarsi un vocabolario visuale, cioè immettere nella comunicazione delle immagini/suoni/ritmi tridimensionali con cui avvolgere i 5 sensi dell’interlocutore facendolo emozionare e, ha investito parecchio tempo su questo, la massima cura e attenzione alla grande importanza del servizio, generalmente sottovalutato in Italia, ovvero che la vendita deve essere affiancata da un servizio eccellente anche nel post (che lui definisce “gemelli siamesi”).
Conclusioni? Grazie a Marcello Mancini che mi ha dato l’opportunità di sperimentare un week end fuori dall’ordinario in ogni suo aspetto e di poter pensare, dire, e scrivere che il suo lavoro e la sua società Performance Strategies sono veramente l’eccellenza che scelgono di essere. E grazie a tutti e a tutto questo per aver trascorso del tempo prezioso in un contesto prezioso su tutta la linea!
Prossimo appuntamento di Performance Strategies: da Venerdì 16 a Domenica 18 Marzo 2012 FORUM DELLE ECCELLENZE 2012 con PAUL MCKENNA, per la prima volta in Italia (in esclusiva).
Con Sandro e Max Damioli, amico, trainer e fondatore di Skills la scuola italiana di Respiro. Al SI come partecipante, collabora (tra tutte le altre cose che fa) agli eventi di Performance Strategies. (foto fatta col cellulare.. e si vede :))
Un articolo che esprime esattamente la tua personalità.
Sincero, limpido, diretto, sfatato e centrato.
Grazie di cuore Matteo, un abbraccio gigante a te e alla dolce Lara!
Grazie,
veramente molto interessante, avrei voluto esserci…
@Marisa il prossimo evento straordinario è il Forum delle Eccellenze, tre giorni con Paul McKenna, per la prima volta in Italia. Guarda qui: http://tinyurl.com/6ycq2gg
Bella,coinvolgente e semplice che come me si innamora facilmente, sei fantastica!!! Ma veniamo al dunque, la tua domanda è: cosa centra la spiritualità con le vendite? A costo di deludervi devo dire che la mia opinione è radicalmente diversa dalla vostra 🙁 ognuno ha le proprie esperienze ) La spiritualità è essenzialmente trasformazione, dal bruco alla farfalla, è un nascere nuovamente e nessun parto è mai indolore: non vorrei essere frainteso; qualunque mestiere fai, conta come lo fai, certo ce ne sono dei privilegiati che uniscono la creatività con l’essenza del nostro essere ( tipo l’artigiano antico) e non è mai un discorso di denaro. Noi siamo ciò che siamo , e non abbiamo alcuna possibilità di far cambiare rotta al nostro Se superiore semmai è il contrario : dobbiamo comprendere e assecondarlo, tutto il nostro fare non sposterà di uno yota il nostro essere.
Siamo nel profondo kaliyuga , e la confusione tra religiosità e spiritualità regna sovrana, il voler essere migliori e aver successo è una umana e giusta aspirazione, sopratutto per vivere meglio, ma non è ciò che cerchiamo noi, vogliamo uscire dalla condizione umana che non sentiamo a noi più necessaria, salire di una ottava.
Grazie comunque di esistere e di darci tante opportunità piero
@Piero forse io deluderò te :D! Per me “Tutto è Giusto”. Come ben dici ognuno ha le sue esperienze ma soprattutto ognuno è un essere a sè stante con un cammino personale unico e insindacabile. Ogni cosa che ci arriva serve a noi stessi, personalmente, per trovare la nostra Strada, checché ne possano pensare o “giudicare” gli altri. Ma probabilmente abbiamo detto una cosa molto simile. Grazie della tua preziosa angolazione e sempre Grazie di essere qui a condividere. Ti abbraccio!
Ciao a tutti!
Ciao mitica Silvia, ciao Piero.
Solo una cosa da dire… sono d’accordo con la posizione di Piero:
“Noi siamo ciò che siamo , e non abbiamo alcuna possibilità di far cambiare rotta al nostro Se superiore semmai è il contrario : dobbiamo comprendere e assecondarlo, tutto il nostro fare non sposterà di uno yota il nostro essere.”
Solo una domanda mi sorge spontanea: “E se il nostro essere fosse GRANDE?”
Sì, insomma, mi chiedo… nella società di oggi, o accetti di starci o non accetti.
Se non accetti, benvenuto, i reami boscosi, le isole ed i deserti ti attendono, e con loro la meditazione e la ricerca di se stessi.
Un po’ la II° via, quela del monaco, che rinuncia alla socialità ed ai sentimenti, per ricercare la Verità.
Poi, visto che ci siamo, possiamo mescolarci anche un po’ di lavoro fisico (estremo, magari), nel segno della I° via, quella del fachiro, che lavora sui blocchi fisici, per sprigionare le energie (Kundalini) e “toccare il cielo con un dito”.
Ma mettiamoci anche che, nelle meditazioni, ci si possa concedere di cercare il “vuoto”, come recita la via dello Yogi, che, attraverso il vuoto dei pensieri, raggiunge il disvelarsi di Maya (il Velo).
Quello che mi chiedo è se tutto questo non sia altro che un discorso di comodo, dettato, perdipiù, dalla paura.
Sì, insomma, nessuno ti vieta di accettare la società e, NONOSTANTE questa scelta, di portare avanti il tuo percorso di crescita individuale.
Ed è quello che, più o meno, in moti DICONO di fare.
Ma la società si costruisce sulla credenza del valore del denaro.
E qui cominciano i guai…
Ci sono quelli che vengono inghiottiti dal potere che essi stessi mettono nell’OGGETTO-denaro, c’è chi lo ripudia come se fosse il demone, c’è chi lo considera anti-spirituale.
Ricordatevi che in ogni caso avete ragione, perché siete voi che mettete tale valore in quell’oggetto.
Il denaro è SOLO un oggetto, al quale noi riconosciamo un valore più o meno alto. Almeno, secondo me.
In ogni caso, sia che venga venerato, sia che vegna rifuggito, c’è un errore: nel denaro è stato proiettato un valore TROPPO grande.
Nella società di oggi abbiamo un sentimento di paura verso il denaro e questo non fa assolutamente parte di un percorso di crescita interiore e spirituale.
Potete cercare nei messaggi di chiunque: non è l’oggetto che vince, ma la vostra stessa paura.
Per come la vedo io, per chiudere, il denaro è un oggetto e – avendo io accettato la società (d’altronde, se sono nato qui e ora, ci sarà un motivo) – non lo ripudio, né lo osanno.
Lo vedo come un gradino ulteriore di crescita spirituale. Lo considero messaggero del seguente messaggio: “Impara ad essere LIBERO”.
Sono io il padrone della mia vita, non lui.
Un abbraccio.
^^
Grazie Grande Matteo! a presto!!
Che bell’artcolo !! grazie!
Cara Silvia Paola, grazie per aver ‘concluso’ con questo spumeggiante articolo, due giornate tanto speciali ed emozionanti delle quali ho seguito, commento per commento, la tua webcron su fb …. Un doppio abbraccio a te e Sandro
Grazie @Pam!! e grazie @Claudia splendide colleghe!
mi è piaciuto il tuo articolo per il senso di unità che hai saputo coniugare” spirito-materia” messi al servizio della persona ” cliente”al quale ti proponi , pur in modo suadente, per soddisfare i suoi bisiogni, rispettando la sua libertà di sceglierti, di ricompensare il tuo valore in uno scambio di dare e avere. Dare e Avere è Giustizia, la Giustizia è Amore, l’Amore è Unità in espansione. Ilva
@Ilva come sempre sei adorabilmente cara! Grazie e Amore a te!