Sono perfetto così come sono o la cosa migliore è superare i miei limiti? Fluire o forzare la mano?
Nella vita, come è fluidamente “vivo” che sia, si plana, o si ruzzola, da una convinzione all’altra. Che può essere un centrare se stessi nel qui e ora senza troppi progetti o disegni, oppure voler seguire, costi quello che costi, una proiezione “di successo” progettata con tenace e disciplinata forza di volontà.
“Migliorarci” è un’attività che da sempre, almeno da che esistiamo, è caldeggiata dall’esterno e in un qualche modo rincorsa da tutti noi, che di volta in volta ci troviamo con obiettivi e metamorfiche vestizioni differenti, nelle differenti fasi in cui viviamo.
Genitori, maestri, educatori, modelli che ammiriamo o la soggettiva, e a volte non riconosciuta, ambizione di “lasciare un segno nell’umanità” (fare figli a mio parere è una parte di questo progetto spesso inconscio, vedi “Figli… o no?” in “Amore da conquistare e con cui stare”) ci inducono sovente in direzioni incerte o dissociate.
Tutti questi input ci lavorano dentro, spingendoci, di volta in volta, ad affacciarci in parti di noi dove accade ci travolga l’indecisione se dar fondo alla nostra ambizione o fluire con attenta leggerezza attraverso l’esistenza, godendo di ogni istante a prescindere da quello che accadrà.
Naturalmente gli obiettivi sono contemplati e doverosi, ma sono anche sgorganti dal nostro vero essere?
mia nipote Silvia Domenici fotografata da Marzia Medusa Mei
Un pò contorto forse per dire che il concetto di “essere se stessi” è molto più vasto ed emotivamente complesso della nostra stessa essenza primaria.
Spesso invece che “ascoltarci” ragioniamo cercando di bilanciare i pro e i contro con quello che ci raccontano, ci consigliano, ci indirizzano “gli altri”. Quelli che sembra ne sappiano di più.
Fin da ragazzina sentivo un problema che esiste ancora nel percorso scolastico. Tra le medie e le superiori si avrebbe bisogno di almeno un anno (obbligatorio e colmo di immersioni in tutti gli ambiti del possibile e dello sperimentabile) di approfondimento per potersi dirigere con un pò più di certezza verso quelli che sono i personali talenti o le predisposizioni.
A quell’età le idee non sono assolutamente chiare, si ha fretta di crescere e di volare nel mondo degli adulti che spesso, in modo specularmente opposto hanno idee ancora meno chiare del figlio adolescente. I genitori fanno del proprio meglio, ma lo fanno con un cervello spesso preoccupato e concentrato su quella che è la propria esperienza, le proprie paure, l’accumulo di disillusioni: la vita è spietata, il lavoro è duro, i sogni sono riservati ai bebè o ai fannulloni.
Quindi il fatto di individuare o poter approfondire quello che è un dono naturale spesso e volentieri sfugge di mano e ragionevolmente ci si adatta alla “saggia” consuetudine della ricerca di quello che era (e non è più) il “posto fisso”. La vita corre, il mondo ci fa fretta in un clima generale di dover saltare su un treno che conduca a un inserimento sociale accettato in cui riconoscerci e nel prezzo c’è la dimenticanza di considerare e mantenere la magia del fonderci con il nostro vero “io”.
E in questa folle corsa ci dimentichiamo di noi stessi.
Mantenere sempre la connessione alla propria essenza, alleandoci ogni giorno con essa, è la scelta più opportuna. Meglio un uovo certo oggi (il mio nucleo naturale, integro e fecondabile) piuttosto che una probabile gallina domani (che potrebbe fare buon brodo… ma potrebbe ormai essere vecchio, grasso, freddo e pesantemente, irraggiungibilmente indigesto).
Quindi “I limiti dell’individuo sono le sue esigenze o le sue esagerate ambizioni non allineate ai naturali talenti?”
Risposta giusta non c’è: Ogni Uno di noi se vorrà, troverà la propria risposta in allineamento col proprio vero Sè, l’unico che può comunicarci la nostra verità qui e ora.
Come dire che nelle nostre aspettative si possono individuare i nostri limiti (o blocchi energetici…)…
Migliorarci sempre e comunque, dobbiamo impegnarci costantemente affinchè la nostra bellissima anima rifulga sempre più di luce propria ,nell’ascolto di noi stessi e non di quello che ci viene propinato quotidianamente.
Che possiate tutti passare una meravigliosa domenica,a te Silvia Paola mando un bacio e un abbraccio e grazie infinite per tutte le cose belle che scrivi,Ilaria!
Sintonizzarci, solamente quello cara Ilaria, ed emaneremo la nostra luce che è oltre ogni nostra aspettativa! Grazie di essere stata qui, e un abbraccio davvero gigante!
Come commento a questo post voglio mettere un aforisma di una persona di successo che ha creduto fortemente nelle sue passioni:
“L’unico modo di fare un ottimo lavoro è amare quello che fai. Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare, non fermarti, come capita per le faccende di cuore, saprai di averlo trovato non appena ce l’avrai davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continua a cercare finché non lo troverai.
Non accontentarti. Sii affamato. Sii folle.”
Steve Jobs
Commento più che perfetto Renzo! Steve Jobs non solo è un imprenditore di successo (e tutto ciò che ha ideato da sempre fa accorrere gente e desideri), ma un sensibile visionario che ha cambiato le regole del design e della tecnologia allineando cuore, pensiero e intenzione! Grazie!
Articolo fantastico
Lavorare assiduamente per mantenere la connessione i risultati arriveranno con il costante esercizio ….
Graziegraziegrazie 🙂
Sempre Grazie a te e alla tua positività Maria Cristina! 🙂