Questa mia estate strana mi ha fatto un grande regalo: ho per l’ennesima volta compreso ancora più profondamente che per “stare bene” il lavoro va fatto continuativamente, attentamente, con delicata pazienza e tanta leggerezza. Ho dovuto mettere davvero in pratica tutta la serie di cambiamenti a cui ero arrivata ma evidentemente non li avevo davvero materializzati concretamente. Questo 2010 ha fatto in modo di farmi connettere a ogni strato del mio essere minacciando grandi squilibri se così non avessi fatto.
Il periodo storico ha portato molte scentrature, che ci crediamo o no il 2012 ha la sua valenza sia cosmica che emotiva, caricata da millenni di attenzione, domande e qualche timore a questa data e lo stare bene qui e ora amando se stessi con tutto il sentimento che riusciamo a far sgorgare dal nostro cuore è di essenziale importanza. Essenziale come il prendersi cura di noi sotto ogni aspetto.
Quello esteriore, il corpo, che a volte consideriamo di second’ordine (o superficiale) rispetto alla cura della nostra anima è di onorevolissima importanza: è il nostro modo di comunicare con il mondo, il veicolo che ci porta in questa porzione concreta di eternità, quello che parla per noi mantenendo visibilità e relazioni, è ciò che consente lo sviluppo e la continuazione della specie, è la nostra creatività.
Il termine esteriore è selettivo, ma come dentro così fuori, come sopra così sotto, Tutto è collegato quindi avanti con la messa a punto di ciò che ci fa riconoscere al meglio innanzi tutto ai nostri occhi.
Visto che in questo blog mi occupo di integrare le (mie) parti mi piace il cambio di stagione per divertirmi a sperimentare con la zona dell’esteriore o meglio l’armonia dell’estetica e delle forme, stati che racchiudono Amore, Potere e Bellezza che ritengo ingredienti principali di Centro e della mia centratura.
Finito il grande caldo che ci ha fatto vestire con veli di cotone e hawaianas colorate, partiamo dall’armadio, carico “come un albero di frutti”, come canta Ivano Fossati, croce e delizia di tutte le donne. Il cambio di stagione ci porta a reimpostare un po’ tutto il nostro essere e sempre è un’occasione strepitosa per riguardare la quantità di cose che dobbiamo eliminare per darci spazio (dentro e fuori) e poter far entrare forme e colori nuovi per rappresentarci al meglio in questo momento della vita.
Sicuramente non ci occorrono molte cose, un po’ più che in estate unicamente per la temperatura, ma illuminante l’esperimento del blog sixitemsorless.com dove si è proposto di indossare 6 (e solo 6) capi sceltissimi e ben ragionati per un mese intero. C’è da specificare che ognuno dei sei pezzi poteva essere anche decuplicato, c’è chi ha usato dieci magliette nere identiche, interessante per non aver un abbonamento alla lavanderia quotidiano e l’assoluta via libera è stata data a calzature, accessori e intimo.
L’idea era di far comprendere quando l’eccessivo guardaroba con cui condividiamo la vita sia un caleidoscopio zavorrato più che un dispensatore di piaceri. Un centinaio i partecipanti alla prova, anche maschi!, hanno scritto le loro testimonianze (e continuano a scriverne) sul blog dandosi consigli e coraggio reciproco in questa avventura detossinante che in molti hanno considerata profondamente terapeutica.
http://www.youtube.com/watch?v=DNZFBMuNFio
Quest’anno ho eliminato una quantità strepitosa di “roba” (non solo di abbigliamento), già da tempo giravo attorno alla questione rimandandola a oltranza (e ogni volta che mi cimentavo trovavo importanti ricordi di un passato che non è più oppure veri tesori ma anche cose davvero superate in ogni molecola o inutilizzate da secoli) bisogna davvero chiudere gli occhi, il cuore e aprire al massimo la razionalità !!).
Complice la necessità di spazio per la nuova convivenza (un fidanzato pieno di quasi altrettanta roba che ho obbligato a selezionare senza pietà e Leo, il gatto arrivato con il fidanzato, che è insperatamente diventato pure più buono e tranquillo) definitivamente decisa e spronata dalla lettura di Zen to Done di Leo Babauta (emh…ancora ne ho da eliminare ma ora procedo con più leggerezza, il grosso è stato fatto) ho deciso di dare una svolta al mio modo di intendere il guardaroba e la casa in generale.
Ho sempre navigato in un eccesso di cose, due traslochi negli ultimi 4 anni non hanno snellito la situazione, anzi, la passione per i mercatini con la scusa di utilizzare molti oggetti particolari per il mio lavoro (allestisco vetrine e ambienti vetrina e creo gioielli mischiando i più contrastanti materiali), le collezioni di elefanti, cuori, pappagalli (finti, a centinaia, ovunque come nella foresta amazzonica), le stoffe, i manichini, le riviste di arredamento e a rotazione altre passioni ingombranti che ho sempre fatto entrare senza far uscire qualcos’altro, insomma mi sono ritrovata a vivere in un bazar allucinato, allegro, simpatico, confuso, artistico …e da tempo era diventato una dimensione soffocante e di complicata gestione.
Sicuramente sono cambiata, il “vuoto” interiore ha riecheggiato e la sensazione di spazio mi da respiro, forse apprezzo di più la semplicità e ho più rigore nell’immagine dove ora mi riconosco al meglio, non ho più bisogno di riempire ogni spazio come se fosse quasi un’esigenza fisica e forse sono anche stanca di non riuscire neppure a far girare l’aspirapolvere su se stesso, insomma ho preso la strada delle mamme sagge “pochi pezzi ma proprio belli”.
Quindi quest’anno ho buttato (tra il molto altro) decine di storici (nel più esteso significato del termine) capispalla divertenti e particolari e fatto entrare una delle passioni di mia sorella, il cappotto di cachemire color cammello (mia mamma non ci crede ma giubila dicendomi che sarà eterno, beato lui) e un giacchino imbottito stile Corto Maltese, nero, un autentico Burberry molto inglese. Ho dato alla parrocchia decine di borse e sacche di ogni forma e colore e fatto entrare la borsa (nera!) per cappotto cammello e quella a effetto invecchiato, stile bisaccia cow boy per i jeans. Entrato il pantalone a quadri scozzesi, vabbè anche uno mimetico sui toni del blu, due paia di stivali neri con fibbiette laterali (tacco alto e tacco basso, però qui sono un po’ in pecca…la mia collezione di stivali, non dico la quantità…è praticamente intatta pur avendone eliminato varie paia). Ho aggiunto qualche maglia nera sottile e felpe e bel pigiama a righe (visto che lavoro in casa questi ci vogliono) e altri dettagli per coordinare il tutto. Tutto comodo comodo nell’armadio. Caspita! Mai visto tanto spazio da millenni !
La cosa interessante, non avrei il tempo e neppure mi piace girare per negozi, ci avrei messo mesi per trovare tutte le cose che ho comprato cercate esattamente come le desideravo, l’abitudine agli acquisti on line ormai fa parte del mio stile di vita, veloce, sicuro, facile, comodo e internazionale.
Meno ma Meglio: sono pronta svoltare stagione esteriore e interiore.